Tristanino Valiante
Ser
Tristano Valiante, l'infante, detto amorevolmente
Tristanino per la tenera età, è il figlio neonato di
Sigfrido Valiante e sua moglie
Selvaggia. Durante il Giubileo a Corona del Re ha ricevuto la benedizione del Tetrarca
Gregorius.
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Ser Tristano Valiante, l'infante |
Valleterna
Uomo del Mare
Paladino
Valiante
Dicono di lui
"1262. Dal ventre di mia madre potevo udire le sue urla strazianti, ma non era l’unica ad urlare… Poi parole sconnesse: “Il fuoco! Avanzano!” Alla terza spinta di mia madre mi lanciai per aiutare il mio popolo: venni alla luce! Vedevo ombre sfuocate muoversi brandendo spade, mi dissero poi che nacqui con gli occhi aperti. Udii una voce prode: “Andate! Impedirò che vi raggiungano! Ser Sigfrido ci avete salvato tante volte ora tocca a noi”! Sentii mio padre rispondere con voce rotta e grata: “Ci rincontreremo a Castrum Fidei!” Sapevo che mio padre aveva preso la decisione più difficile della sua vita, nulla gli avrebbe impedito di affrontare eroicamente il Drago delle Sabbie con i suoi valorosi d’arme se non l’amore fedele per mia madre e me, che se non fossimo stati condotti in salvo fuori dalle mura di cinta saremo stati divorati. La sacerdotessa Ginevra cugina di mia madre che mi tirò fuori dal suo grembo mi avvolse ancora insanguinato nelle sue vesti, ci fece un rituale di protezione e giungemmo attraverso un sottopassaggio noto solo a lei sull’estrema vetta dei Monti della Spina. Mio padre allora mi sollevò al cielo, dietro di noi si alzavano alti i fumi neri del nostro casato in fiamme e disse: non avrai il tuo banchetto di nascita ma ti prometto che tuo padre ti restituirà il tuo casato e porterai il nome di un grande valoroso: Tristano!"
[1]
"Lo vidi osservare i demoni che attaccavano l'accampamento come se volesse fissare nella sua mente i nemici che da grande avrebbe combattuto e vinto!"
[2]
- ^ Così romanza il momento della nascita visto dagli occhi del piccolo la madre, Selvaggia dei Monti della Spina.
- ^ racconta orgogliosa la madre, dopo il raduno delle corti del brumaio 1262.